STIMA DEL PROPRIO VALORE
rispetto a vari ambiti della vita come per esempio le proprie competenze, come sta in relazione con gli altri, con se stesso, che valore dà al proprio corpo ecc.La persona che ha una buona autostima si sente in contatto profondo con il suo nucleo centrale di sé. Cioè, malgrado le difficoltà, gli scossoni della vita, il suo nucleo rimane compatto, solido.
Ha una personalità resistente agli eventi della vita. Ha una fiducia di base che gli fa percepire che di fronte alle difficoltà rimane in piedi.
Quindi: fiducia, risorse, solidità. Come un albero che avendo delle radici forti, nonostante le intemperie non viene sradicato.
STARE BENE CON SE STESSI, CI SI ACCETTA ,MA SI E’ DISPOSTI A MIGLIORARE.
L’AUTOSTIMA E’ UN PROCESSO DI CRESCITA CHE INIZIA DALLA NASCITA E CI ACCOMPAGNA AL TERMINE DELLA NOSTRA VITA.
COME SI FORMA L’AUTOSTIMA
L’Autostima inizia a formarsi sin dall’infanzia, quando il bambino inizia a percepirsi con se stesso e con la figura primaria della mamma. Nei primi mesi di vita ha bisogno un rapporto esclusivo con la figura materna, di fiducia, di sentirsi accettato in forma incondizionata. Ha bisogno dei suoi sguardi veri di tenerezza e amore, ha bisogno di un contatto corporeo che trasmette affetto.Il bambino è molto sensibile al linguaggio analogico, per cui si accorge anche se il genitore che lo abbraccia è mentalmente presente..quindi un bambino che non è stato accudito bene avrà una sensazione di fondo che si ripercuoterà anche da adulto, favorendo le difficoltà relazionali.
Mano a mano che cresce e sono stati soddisfatti i suoi bisogni primari, ecco che interviene la figura paterna che aiuterà a riequilibrare il rapporto simbiotico con la madre. Il padre è anche la figura delle regole, del limite. Purtroppo nella nostra società si è un pò persa questa fase, infatti tanti bambini non hanno più il senso del limite e questo crea un disagio comportamentale.
Quando il bambino cresce, vuole essere riconosciuto, soprattutto nel mondo della scuola poiché gli insegnanti diventano importanti come la mamma e il papà. Se un insegnante, per es. continua a dire a un alunno che è stupido e non capisce mai contribuirà a non formare una buona autostima.
Figura materna, figura paterna, insegnanti e amici. Queste sono le figure dove il bambino cresce e si misura con la propria autostima.
Quando diventa adolescente il processo di formazione di autostima continua. E’ il periodo più “squilibrato” di formazione dove c’è un tumulto a livello fisico, ormonale, intellettivo, sessuale, esperienze esterne con adulti, coetanei e rivalutazione del rapporto coi genitori. Praticamente viene tutti rivisto e messo in crisi per la costruzione di una personalità autonoma.
Quando tutte queste fasi esperienziali vengono trascorse, ecco che l’autostima si è creata nell’adulto.
A questo punto il lavoro predominante è già fatto. L’autostima è solitamente consolidata: sana, sopravvalutata, sottovalutata.
Quindi può essere influenzata dal passato: Come venivo descritto da piccolo?(sei fastidioso, urli sempre, sei sempre cattivo, sei proprio il bambino che io volevo...)
Che rapporto ho avuto con i fratelli? (di forte competizione, collaborazione...)
L’autostima nell’adulto puo essere messa in discussione da eventi traumatici, malattie, perdita di sicurezze). Se il mio nucleo è sano mi rimetterò in piedi in fretta, altrimenti avrò bisogno di un supporto esterno.
NOSTRO ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI DELL’AUTOSTIMA
- 1 Aspetto cognitivo
- 2 Aspetto emotivo, affettivo
- 3 Aspetto comportamentale
aspetto fisico: non riguarda solamente l’estetica, ma come la cura del proprio corpo come bene prezioso da difendere in salute, igiene, alimentazione. Questa dimensione l’abbiamo sin dalla na scita e ci accompagna per tutta la vita.
come ci definiamo: timidi, emotivi, razionali, percettivi, freddi, coinvolti, ansiosi…
come vive le sue emozioni: si sente timido, estroverso, razionale, sensibile, irascibile, irrequieto, freddo, amabile…
come si valuta nella propria vita sociale e affettiva: simpatica, intraprendente, motivata, timida, sensazione di non andare d’accordo con nessuno…
le sue conoscenze: dove sono arrivato in questo momento della mia vita, mi sento realizzato rispetto alle mie aspettative, la mia realizzazione, i miei ideali…
la sua professione: mi sento realizzato, mi sento preparato, non mi trovo bene e vorrei cambiare, L’ASPETTO COGNITIVO TOCCA LA SFERA DELL’AUTOREALIZZAZIONE.
Sono le idee che riconosco in me: sono in grado di..mi riconosco in…
2 ASPETTO EMOTIVO, AFFETTIVO cosa provo nei miei confronti, quanto mi voglio bene; nei miei confronti provo affetto, indifferenza, ostilità, non riesco a volermi bene, non mi sopporto, sono compiaciuto di me stesso..
A volte capita che a livello cognitivo, per esempio nel lavoro ci si sente realizzati, ma a livello emotivo si sente ostilità nei miei confronti.
3 ASPETTO COMPORTAMENTELE come mi comporto nei miei riguardi: rispetto il mio corpo? Ho la consapevolezza di ciò che mi fa bene o mi fa male? So non farmi calpestare dagli altri? Riconosco i miei veri bisogni?
L’AUTOSTIMA E’ SAPER RICONOSCERE I PROPRI BISOGNI
La piramide di MaslowSecondo lo psicologo Maslow c’è un susseguirsi di esperienza di vita, sin dalla nascita, che serve per avere la salute mentale e ha a che fare con la realizzazione dei propri bisogni.
BISOGNI PRIMARI:esigenze materiali
Sono i bisogni che si percepiscono fin dalla nascita e che se prima non li ho soddisfatti, non mi pongo la domanda della mia realizzazione. Situazioni sociali come per gli immigrati al primo posto hanno ancora il bisogno primario della sicurezza.
I BIOGNI FISIOLOGICI come il cibo, il freddo e il caldo, il sonno ecc. Il neonato inizia a percepire il soddisfacimento ei suoi primi bisogni fisiologici.
I BISOGNI DI SICUREZZA avere una casa, un rifugio
I BISOGNI DI APPARTENENZA il bambino ha bisogno di essere accudito per sentirsi visto, affetto, calore….per es. ci sono bambini maltrattati che non hanno soddisfatto questo bisogno.
I BISOGNI DI APPARTENENZA famiglia, gruppo, città. Non sentirsi isolati, soli ma sviluppare il senso sociale. Non è facile riconoscere i propri bisogni, ma se una persona ha soddisfatto nella prima parte della sua vita i bisogni primari, più facilmente da adulto arriverà a focalizzarsi sull’aspetto della propria realizzazione e avendo delle basi solide ben nutrite, troverà più facilmente la sua identità
BISOGNI DI LIVELLO SUPERIORE: esigenze emozionali
IL BISOGNO DELLA PROPRIA STIMA la propria e quella degli altri
IL BISOGNO DELLA AUTOREALIZZAZIONE
Una volta, quindi soddisfatti i propri bisogni primari, si può cominciare a osservare il processo dinamico in continua evoluzione dell’autostima.
L’AUTOSTIMA DIPENDE DA fattori
L’Autostima dipende da fattori interni ( come si interpreta la realtà che circonda, es.:questa situazione per me è difficile..o facile).( Come ci si vede, es.: capaci, incompetenti..)Fattori esterni possono essere:i genitori, la scuola, l’ambito del lavoro, il gruppo di amici, la comunità parrocchiale..) Quindi come mi valutano gli altri:es.: sei bravo, sei un incapace, sbagli sempre, sei incompetente, sei docilissimo, sei intelligente…..
Il processo di autostima si può arrestare periodicamente in situazioni critiche come per esempio la perdita del lavoro, una separazione ecc.
Un altro esempio: ottengo un successo sul lavoro, una promozione che può favorire l’aumento dell’autostima, (fattore esterno), ma se suscito l’invidia di tutti gli altri colleghi e iniziano ad escludermi, il fattore esterno positivo si riversa negativamente sul mio aspetto interno (non reggo questa situazione) quindi crea uno squilibrio tra il fattore esterno e quello interno.
L’autostima non è in relazione alle proprie capacità oggettive, ma una buona autostima può influenzare positivamente una situazione non propriamente facile.
AUTOSTIMA SANA
Sono in pace con me stesso e con gli altri.So quali sono le mie capacità ed i miei limiti, accetto di affrontare una situazione rimanendo in equilibrio senza flagellarmi se non ho successo e senza esaltarmi se ho successo, però la spinta verso il miglioramento ce l’ho sempre.
L’autostima è una dimensione fluttuante, ma non cambia la sostanza se sono ben strutturato.
Per esempio:”quest’anno è proprio un anno faticoso, mi sono ammalato e ho perso il lavoro, ma ce la farò a riprendermi”.
La persona che ha autostima vive nel presente senza essere condizionato eccessivamente dal passato e non si preoccupa troppo per il futuro.
Riconosce i propri errori ed è disposto a migliorarsi.
Ha un carattere flessibile, non è rigido, sa adattarsi nelle situazioni ed è disposto a cambiare punto di vista se comprende da un’altra persona che il suo non era proprio giusto.
Non è orgoglioso, sa chiedere aiuta quando ha bisogno. Ha fiducia nelle sue capacità.
A livello umano, non di ruolo, sa mettersi in una situazione di parità. Anche un’altra persona può avere un valore e magari in quella determinata situazione, meglio del mio.
E’ sicura di avere un valore per le persone con le quali ha rapporti importanti, per esempio di amicizia, ma è disposta a interromperla se sta troppo male con questa persona.
L’interruzione di un rapporto è sempre un’esperienza difficile, di lutto, di distacco.
Bisogna valutare attentamente le conseguenze, pesare ogni cosa, fare un bilancio anche conseguienziale.
Non si fa manipolare dagli altri, anche se collabora con loro.
Accetta e riconosce dentro di sé emozioni positive e anche negative e non ha paura di questa ambivalenza.
Sa gioire di attività diverse, non ha un solo interesse esclusivo, ma è aperta alle esperienze.
E’ sensibile ai sentimenti e ai bisogni degli altri e non vuole sopraffare.
Non cerca costantemente conferme e non rimarca con gli altri se fa delle cose bene.
Può provare anche una sorta di “invidia buona” che spinge a migliorarsi e non alla rabbia.
Assume le responsabilità delle sue scelte senza incolpare qualcuno se ha dei risultati negativi.
E’ realistica oggettivamente. E’ fiduciosa delle proprie capacità senza avere paura e si sa mettere in gioco al di là dei risultati.
NON E’ IMPORTANTE SAPER APPARIRE SICURI ALL’ESTERNO, MA ACQUISTARE SENSIBILITA’ PER IL NOSTRO INDISCUTIBILE VALORE E ACCETTARSI NELLA NOSTRA UNICITA’……Dio ci ama così come siamo.
SOTTOVALUTAZIONE
L’autostima non è legata all’intelligenza, per chi si sottovaluta non vuol dire che ha capacità o doti inferiori, ma è come si vede la persona che si sottovaluta. Bisogna riportarla ad esplorare le sue risorse sepolte. La persona con bassa autostima tende a criticarsi di continua.E’ iper sensibile alle critiche, anche se sono costruttive, o di piccola entità.
Non accetta consigli, è indecisa anche per le piccole cose della quotidianità.
Ha sempre bisogno di essere accettata dagli altri.
Tende ad essere compiacente perché teme il giudizio degli altri, salvo esplodere quando non ce la fa più. Ha un tipo di perfezionismo irreale e quindi perennemente insoddisfatta e frustrata.
Per esempio ha un ideale del sé che non riesce mai a raggiungere perché non crede nelle sue possibilità. Esagera l’entità dei suoi errori e si sente spesso in colpa. E’ impaziente e irritabile ed esplode per cose minime.
Ce sempre qualcosa che non va nelle situazioni o nelle persone che frequenta (mio figlio non è come lo volevo io, mio marito ha troppi difetti…)
Vede tutto nero ed ha tendenze depressive.
La bassa autostima dipende da: Scarsa fiducia nella propria persona
Si sente spesso insicura
Ha diverse paure legate alla sua inadeguatezza
SOPRAVVALUTAZIONE
Dal punto di vista psicologico sia la sottovalutazione che la sopravvalutazione hanno problemi di autostima: non si sentono riconosciuti del proprio valore.Sono persone che in genere hanno anche successo, sono dei leader, ma forse negativi. Comunque hanno a livello di relazione profonda delle difficoltà relazionali e fanno fatica a comunicare veramente, ad essere empatiche, perché hanno una sopravvalutazione del proprioio.
Tendenza a sottovalutare gli ostacoli e non ne valuta le conseguenze e se sbaglia non è mai colpa sua. Non ha il senso critico nei suoi confronti, rispetto alle sue capacità e potenzialità. Cerca sempre di essere al centro dell’attenzione per avere conferma del proprio valore e pronuncia spesso il pronome IO.
Si sopravvaluta in qualsiasi iniziativa,non si tira mai indietro perché è convinto che non ha bisogno di riflettere perché è sempre capace di tutto. Non ama essere contraddetto e non considera i punti di vista degli altri. Se a suo subisce un torto, nutre sentimenti di vendetta. Si difende attaccando perché è convinto di avere sempre ragione e guai a contraddirlo. Generalizza le sue esperienze come uniche verità inconfutabili. Vuole sempre avere ragione e non vuole cambiare nulla né del suo atteggiamento, né nel suo modo di ragionare.
COMPORTAMENTI TIPICI DELLA SOPRAVVALUTAZIONE
Egocentrismo
Prevaricazione
Mancanza di spontaneità
Narcisismo
Fretta, frenesia
Tendenza al sarcasmo e atteggiamenti da saputello
In psicodinamica, non necessariamente l’alta autostima deriva da una sofferenza, ma da caratteri eccessivamente strutturati. Es. da esperienze del passato dall’infanzia all’adolescenza è stata troppo rinforzato il suo ego dai genitori, distaccati probabilmente dalla realtà oggettiva, quindi a livello di pensieri che si sono strutturati nella mente hanno creato un individuo con una altissima autostima. Questi caratteri eccessivamente strutturati possono portare ad avere problemi per tutta la vita come per esempio il Narcisista al quale manca l’empatia.
Viceversa ci sono delle persone che si sopravvalutano per compensazione, esempio il bullismo. O per esempio adulti che pensano di avere sempre ragione e si difendono attaccando perché non hanno un buon contatto con se stessi. Per esempio il Narcisista è un tipo di personalità che emerge nella nostra società influenzata dai media e dal contesto in cui viviamo.
DA COSA DIPENDE L’AUTOSTIMA NON SANA
Per recuperare una buona autostima è necessario un cambiamento. Il cambiamento viene bloccato da quelle che Ellis definisce, le idee irrazionali. Spesso diventiamo schiavi di queste idee distorte senza rendercene conto.Alcuni esempi:
Io non valgo se gli altri non hanno una buona opinione di me Devo essere competente in tutto altrimenti ho un giudizio negativa da parte degli altri (ansia da prestazione). Io sono fatto così, non posso cambia, non voglio e non posso perché sono condizionato dal passato indelebile che ho.
Se gli altri mi trattano male la devono pagare (mancanza di tolleranza, idea di perfezionismo) Se ho paura che tema qualcosa di pericoloso è giusto che ci pensi continuamente per essere preparato al peggio, ovvio che ho l’ansia costantemente. (non fasciarsi la testa prima di romperla)
Devo trovare assolutamente una soluzione sempre sia che riguardi me che gli altri, altrimenti chissà cosa succederà. Non sempre ci sono soluzioni, bisogna anche imparare ad accettare ciò che non possiamo cambiare.
Sono convinto che se ho la depressione o l’ansia o il rancore, la causa è sempre esterna a me e quindi non ci posso fare nulla. Bisogna cambiare lente,
Mi devo sentire sempre a mio agio ovunque mi trovo, altrimenti c è qualcosa che non va. Devo sempre chiedere aiuto agli altri perché sono debole e da solo non ce la faccio, sono un incapace, inadeguato.
IL CAMBIAMENTO E’ UN METTERE IN GIOCO LE RISORSE CHE TUTTI HANNO E CHE FINO A QUEL MOMENTO NON SONO STATE ESPRESSE.
COME AUMENTARE L’AUTOSTIMA
Quando una persona prende coscienza del suo disagio e capisce che può fare qualcosa per uscirne è già sulla buona strada.Nel caso di una persona che percepisce che c’è qualcosa che non va a livello del suo stare bene con se stessa e con gli altri può verificare o farsi aiutare in merito alla sua autostima, se il problema evidenziato può essere quello.
TECNICHE
1 Apprezzamento di sé. Cercare tutto quello, anche il poco che riusciamo a vedere di positivo, che c’è in noi e vederne un motivo per svilupparlo.Accettare i complimenti che ci vengono fatti credendo che sono veri e cercare di ricordarli e non rispondere no, ad un complimento fatto.
2 Accettazione di sé. Trasformare il proprio dialogo interno, le idee predominanti, da negative a positive. Soffermarsi sull’aspetto positivo anche delle nostre emozioni senza averne paura. Accettare i propri errori, tutti sbagliano; le debolezze, i limiti e gli insuccessi. Tutto ciò fa parte della vita di tutti, quindi non solo della propria. Tutti gli esseri umani sono fallibili e quindi degni di rispetto e di stima. Se qualcuno rimarca il nostro errore, il problema non è nostro, ma dell’altro.
Es. La mamma al figlio:”sei sempre il solito disastro”. Questa frase entrerà nella mente del figlio strutturandosi e darà il via al pensiero distorto: “Io sbaglio sempre, non valgo”. Accettarsi significa anche riconciliarsi con il nostro passato.
3 Affetto sincero verso se stessi. Imparare ad amarsi al di là dei risultati che si hanno mantenendo uno stato di pace cercando di eliminare i pensieri e i sentimenti negativi radicati in noi stessi verso noi stessi. Es.”mi considero non amabile perché non mi piaccio in tutti i sensi, sono una frana, mi va tutto male”.
4 Attenzione ai nostri bisogni. E’ un diritto soddisfare i nostri bisogni senza ledere l’altro. Avendo anche il rispetto verso noi stessi e mantenendo la nostra dignità.
Nessuno ci può dominare. Es. nel caso in cui in una coppia il partner ha un comportamento dominante e castrante nei confronti dell’altro.
Soddisfare i bisogni contribuisce ad avere una salute mentale.
Prof.ssa Zuzzi
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