IL CICLO DELLA VITA
La vita ha un inizio e una fine oppure per chi ha fede è solo l’inizio per arrivare ad una vita eterna.Questo lo dobbiamo considerare perché l’Italia è un paese cattolico e quindi le persone che incontreremo potrebbero avere questa credenza. Oppure altre di altri paesi…il counsellor deve subito intuire con che tipo di cliente ha a che fare per trovare un canale di comunicazione.
Può darsi che incontrerà una o più persone che in un certo momento della loro vita hanno problemi e sofferenze perché smarriscono il senso di questo ciclo.
Per esempio il rifiuto di una morte, il rifiuto di una malattia che interrompe il ciclo naturale della vita, che va dalla nascita agli 85 anni circa.
In mezzo a questo ciclo possono accadere eventi devastanti o che non si riescono ad accettare.
E' utile ripassare nella propria mente tutti i passaggi della vita, rivedendo le esperienze emozionali, concrete, sentimentali, connesse al passaggio del tempo che scorre, al fine di ritrovare il senso di tutto ciò che rimane davanti.
Ogni ciclo della vita è contestualizzato al sistema di riferimento in cui viviamo. A secondo di chi siamo, di come ci riconosciamo, le nostre strutture mentali, le esperienze, che viviamo in un determinato momento del ciclo vitale, fanno di noi un essere umano sempre in cammino dove deve continuamente modellarsi, adattarsi, rimettersi in discussione, entrare dentro sé stessi e cercare di capire cosa è più utile per noi, per gli altri, in quel dato momento.
Come possiamo evolverci continuamente per non correre i rischio di involverci e chiuderci sempre più dentro noi stessi, iI nostro io.
Soprattutto l'anziano se non ha fatto questo percorso avrà difficoltà a vivere una discreta "vecchiaia".
In generale, sono considerate anziane le persone che superano i 65 anni e fino ai 74 vengono considerati "giovani anziani". Dai 75 agli 84 "anziani anziani" e dagli 85 gli "ultra anziani".
Diciamo che questa statistica si rifà più che altro ali'età cronologica. Ma ci sono altri fattori che influenzano il modo di sentirsi anziano.
L'aspetto biologico. Non tutti i fisici corrispondono all'età cronologica. C'è chi ha un corpo che invecchia meglio di un altro, che si ammala più o meno rispetto a un altro, chi dimostra più o meno gli anni che ha. C'è anche un'età soggettiva, cioè di come si vive personalmente il passare degli anni con tutte le mutazioni intellettive e fisiche.
Quanto questa persona si sente anziana. Potrei dire che si riferisce all'età psicologica, che è stata molto influenzata dal proprio percorso personale di vita; di quanto si ha investito sul costruirsi come uomo. Come abbiamo analizzato la nostra congruenza e quanto si è riusciti a conoscersi fino in fondo per poter arrivare alla meta finale in buono stato psicologico. E sono convinta che Rogers ha contribuito molto allo studio della nostra tendenza attualizzante innata che è in ciascuno di noi, ma che se non ben incanalata e gestita potrebbe non attuarsi mai per tutta la vita. Per cui ci possiamo trovare con anziani incattiviti, rigidi, grintosi e difficili da gestire perché non sono riusciti a fare questo percorso interiore. C'è anche un'età funzionale. Oggi abbiamo sempre più persone inserite nel mondo del lavoro che, grazie alla "signora Lacrime di Coccodrillo Fornero", sono sempre più anziane.
Non è inusuale trovare persone che hanno superato i 65 anni che lavorano ancora, hanno responsabilità. Come vivono la loro vita a quel l'età, per esempio, essendo costrette a lavorare ancora. C'è poi un'età sociale che rispecchia come si è accettati dagli altri a seconda di dove è inserito l'anziano.
Questa fase secondo me è comune un po' a tutte le età.
Per esempio io ho 58 anni e noto che nei riguardi del sesso maschile, si rivolgono più volentieri alle ragazze più giovani se magari si deve chiedere dov'è una strada. Certo, mi ritengo ancora fortunata perché non dimostrando la mia età spesso ricevo ancora attenzioni e gentilezze, ma comunque gli sguardi li colgo a volte diversi.
Purtroppo questo fa parte della nostra società creata sull'immagine e non sulla persona, sulla sua ricchezza, sulla sua esperienza che sa dare ancora qualcosa. E' più importante "l'involucro emozionale" che il vero essere.
Quindi immaginiamoci quando ci troviamo di fronte a pelle raggrinzita o pancette sporgenti..ecc., ecc. Il nostro narcisismo viene minato e il terrore fa correre dai chirurghi plastici. In sostanza, è vietato invecchiare.
Inoltre, secondo quello che ho letto di Piero Angela in un suo libro che parla dell'amore, di cui non ricordo il titolo, il maschio inconsciamente è più proteso verso le donne giovani per via della procreazione, per istinto.
Ma questo è solo uno stato animale. La nostra cultura consumistica ne ha fatto dell'uomo un bene di consumo, come le reazioni, Usa e Getta. Ora poi che i matrimoni possono finire in sei mesi si è messa proprio la ciliegina sulla torta. E così il dio narcisismo, va sempre più a gonfie vele.
Per non parlare della tecnologia che ha sostituito tutto. Gli anziani sono spiazzati se non sanno usare i pc, i social network .. che sembra che senza di loro non si possono avere relazioni ...
Come farà mai un nipote a relazionarsi con loro che "non capiscono niente". Per non parlare del tempo, che non è più un dono di Dio, ma un bene per il quale lo si deve rincorrere per fare mille cose dimenticandosi di se stessi, di ascoltarsi. E si, perché imparando ad ascoltare se stessi, si impara anche ad ascoltare l'altro ...
Va tanto di moda questa frase "ho perso ora il genitore e mi sento in colpa perché quando era ancora in vita non gli sono stato abbastanza vicino".La trovo una frase fatta per rimuovere le responsabilità alle quali si doveva essere attenti. Certo, una società dove al centro c'è il PROPRIO IO da soddisfare, come poter perdere tempo dietro ad un anziano ...
Non voglio essere tacciata di pregiudizio, ma ho voluto brevemente delineare gli schemi mentali collettivi del nostro contesto, rispetto l'anziano.
Ora voglio approfondire, per capire meglio come un anziano, attraverso il proprio ciclo di vita, può arrivare al proprio stadio di vecchiaia.
La nostra vita passa attraverso cicli o stadi all'interno dei quali noi ci costruiamo, ci modelliamo in una continua interazione con gli altri che nel primo stadio, chiamato INFANZIA, si costruisce con la mamma. Se il rapporto con la mamma è funzionale il bambino svilupperà la fiducia e la speranza che li ritroverà da adulto nel confronto degli altri.
Se questo rapporto sarà disfunzionale il bambino da adulto, tenderà a non aver fiducia degli altri e quindi tenderà a non sentirsi accettato e probabilmente svilupperà una bassa autostima. Questo perché non sono stati soddisfatti i suoi primi bisogni da una madre assente, sia psicologicamente che a livello sensoriale, poco accudente.
PRIMA FANCIULLEZZA dai 2 ai 3 anni. Il bambino sperimenta l'adattamento alla realtà, attraverso genitori positivi e propositivi che fanno accrescere la sua autonomia attraverso la risoluzione della sua difficoltà, come per esempio imparare a camminare. Se questo rapporto è funzionale nel bambino sviluppa l'autonomia e la fiducia in se stesso, l'autostima che lo aiuteranno a superare ed affrontare le difficoltà della vita e più facilmente sarà dotato di resilienza.
ETA' DEL GIOCO dai 3 ai 5 anni. Età da scuola materna. Il bambino deve trovare un equilibrio affettivo con tutti e due i genitori, perché tenderà ad affezionarsi di più al genitore del sesso opposto. Incomincia a sperimentare il senso di rivalità, il complesso di Edipo e per questa ambivalenza inizia a sperimentare il senso di colpa. In questa fase importante, se il rapporto con i genitori è funzionale, avrà la base per trovare la sua vera identità di genere, che è quella donata naturalmente dal buon Dio.
Purtroppo vedo che anche la psicologia sta andando fuori rotta, è talmente semplice questa verità studiata dal tutto il mondo della psicologia che il bambino inizia a sviluppare la sua identità sessuale a partire da un buon rapporto con la madre e il padre. Ora si vuole stravolgere tutto, anche le scienze psicologiche per correre dietro a teorie deformate e ingannatrici. Ma so anche che, purtroppo hanno imposto una nuova deontologia dove l'omosessualità è ritenuta normale, quando prima nel manuale DSM delle malattie psicologiche era inserita. E' stata tolta anche la patologia del narcisismo. Anche questo atteggiamento rispecchia il corri e fuggi e non pensare. Invece di aiutare la società che sta crollando, ci si uniforma alla patologia. Del resto questo è il gioco di satana.
Per concludere il discorso sull'omosessualità, esiste solo a livello biologico dalla nascita, nel caso un bambino nasca con ormoni maggiori opposti rispetto il sesso che ha.
Questa è vera omosessualità. Per il resto la si sviluppa nel contesto familiare di riferimento dove il rapporto educativo è stato disfunzionale e non solo per questo.
Specialisti, per esempio come Nicolosi, psicoterapeuta, studiano continuamente l'omosessualità, ci sono persone che continuano ad uscirne perché sono guarite attraverso percorsi. Esiste il Gruppo Lot che recupera ragazze e ragazzi omo che vogliono guarire dal loro disagio psicologico. Personalmente ho aiutato un ragazzo di 30anni a riprendere in mano la sua vita. Ora ha la fidanzata ed è felicissimo. Da piccolo il padre lo prendeva a frustate e lo chiudeva nel ripostiglio al buio. Nel suo caso cercava nei maschi il padre che non ha mai avuto, il suo amore.
E' chiaro che io da counsellor, se viene da me un omosessuale lo dovrò accogliere ed aiutare a uscire fuori dal disagio che mi porterà. Non sarò io di certo ad imporgli come deve essere la sua vita sessuale. Ma ciò non toglie che non parto da una pregiudizio ma un dato di fatto nell'aver espresso e provato quello di cui sopra. Mi sono diJungata su questo tema perché mi sta molto a cuore. La nostra, quella dei Camilliani, è una scuola cattolica e credo che tutti debbano pregare perché la nostra società distorta non si porti via tutti i nostri figli e nipoti. Un sacerdote psicoterapeuta francese, ha scritto un libro al riguardo e ha fatto una statistica errificante, che se continuerà la società in questa confusione di genere, nel giro di pochi decenni ci sarà una società altamente patologica e sofferente. Come sarà l'anziano in questo contesto? ...
ETA' SCOLARE dai 6 agli 11 anni. L'età della competenza, che si sviluppa attraverso il rapporto con i coetanei e gli educatori. Se il bambino ha alla base una autostima non ricevuta avrà più facilmente atteggiamenti di rivalità e invidia che si porterà anche quando sarà adulto.
ADOLESCENZA dai 12 ai 17 anni. Alcuni la chiamano "malattia" quella dell'adolescenza. Tumulti interiori, emotività, voler sperimentarsi, cercare la propria identità, contestare, sbalzi d'umore, all'improwiso i genitori non vanno più bene perché li si guarda con altri occhi, cioè per quello che sono realmente e oggetto di contestazione.
L'età delle domande esistenziali, progetti di vita e identificazione sessuale. Dalla mancata presa di coscienza della propria identità, del posto dove vogliamo essere, ne deriverà un grande stato di confusione e malessere. Gli stadi enunciati fino all'adolescenza sono la base per la piena maturità. E questa è la situazione ideale.
ETA' GIOVANILE dai 18 ai 25 anni. Se le basi sono state gettate bene da questo momento si potrà maturare la piena maturità in campo psicosessuale e affettivo, privilegiando la fedeltà di coppia perché precedentemente si sono acquisiti quegli strumenti che favoriscono la solidarietà e l'intimità con il prossimo. Purtroppo da quello che vedo e sento la nostra società, probabilmente con tutti i messaggi mediatici distorti e quelli subliminali, la pornografia, il consumo e abuso dell'eros, il concetto di amore falsificato, può influenzare anche coloro in buona fede, che se non hanno una carattere stabile sono tentati a seguire l'onda mediatica che travolge e stravolge.
L' affettività oggi viene insegnata attraverso le emozioni e non verso un progetto di vita. Anche nelle scuole elementari vogliono insegnare ai bambini a sperimentare la sessualità fine a se stessa e questo è solo l'inizio delirante. La sessualità slegata dall'affettività crea disagi e sofferenze e narcisismo. Quindi il giovane che non è maturato negli stadi precedenti rischia di chiudersi in se stesso, alla ricerca del soddisfacimento fine a se stesso e a rischio dipendenze. Perché non riesce a raggiungere l'altro, perché non conosce neppure se stesso.
ETA' ADULTA dai 25 anni ai 64 anni. Quando viviamo quella che si dice, l'età della stagnazione, in pratica tutto il percorso del pieno della nostra vita, in modo maturo, si costruiscono le basi per l'età senile che sarà vissuta tanto più adeguatamente quanto più si è riusciti a diventare adulti maturi. E' l'affettività e la psiche che connesse portano alla realizzazione della piena maturità e alla realizzazione dell'uomo attraverso le mete prefissate. La propria realizzazione in se stesso e insieme al proprio sistema e di conseguenza con gli altri. La persona matura non è rigida, il suo carattere è fluido, si adatta, sa mutare, è empatica e non è egocentrica, non è narcisista .... Ma sa accorgersi dei veri bisogni, i propri e quelli di chi le sta vicino. Non si adira .. non si vanta .. non tiene conto del male ricevuto ... non si gonfia .. (lettera ai Corinzi). Questo stadio stagnante è connotato da crisi, ma la persona matura che stima se stessa, sa trarre dalle crisi delle opportunità non delle sconfitte. Ha l'umiltà di guardarsi dentro e di ricominciare daccapo. Sa chiedere aiuto a Dio o alla propria umiltà.
ED ECCOCI ALL'ETA' IN CAUSA DELLA NOSTRA LEZIONE
L'ETA' SENILE dai 65 anni in poi: INTEGRITA', DISPERAZONE O DISPREZZO. La persona se è maturata serenamente e si è realizzata guarda verso il passato senza rimpianti o nostalgia. Sa trasmettere agli altri positività e guarda alla morte come il momento temuto ma anche atteso e naturale. Durante il travaglio, tendenzialmente, non si dispera, ma attende la chiamata. Purtroppo ci sono anziani che vivono un sentimento di rimpianto costante, come se non avessero vissuto, amplificando il senso di solitudine. Vedono il momento del trapasso con terrore costanti e magari sono costretti a prendere antidepressivi o ansiolitici per sostenere la giornata. Accettano difficilmente di essere dipendenti e il declino fisico, mentale. Tutte le trasformazioni, tipiche dell'anzianità vengono vissute come rifiuto, una condanna a Dio. Non riescono ad arrendersi e si lasciano prendere dalla disperazione. Se la persona anziana arriva a questi livelli sarà maggiormente svantaggiata se non ha adulti vicino che la accudiscano con amore e con accettazione.
E qui il counsellor può intervenire ridimensionando la quotidianità dell'anziano, ascoltando chi lo accudisce per riorganizzare un rapporto più funzionale al contesto. La depressione dell'anziano bisogna prevenirla con gli stessi atteggiameti di GESU: CIO' CHE IMPORTA NON E' MERITARE, MA AMARE.
Quanti anziani un po' assillanti e nemmeno molto simpatici vengono trattati male e persino dal personale infermieristico, nel caso di un ricovero. LA CARITA' NON ABBIA MAI FINE ...
RISPETIO, AMORE, EMPATIA, CARITA', ASCOLTO, DEDIZIONE, AFFETIO, COMPAGNIA, ACCOMPAGNAMENTO VERSO L'INFINITO ....
L'ANZIANO RITORNA FIGLIO DEL PROPRIO FIGLIO NEL CASO SIA STATO GENITORE O SENTE PIU' PROFONDO IL RITORNO AL PADRE, COME FIGLIO CHE RAGGIUNGE IL POSTO CHE GLI HA PREPARATO.
PER CHI NON HA SVILUPPATO IL SENSO RELIGIOSO, NON LO SO, FORSE SI APPELLERA' DI PIU' SOLO ALLE PROPRIE POCHE FORSE RIMASTE? MA GESU NON AVEVA DETIO:"SENZA DI ME NON POTETE FARE NULLA .. " LA COSA IMPORTANTE PER OGNUNO DI NOI E' TROVARE SEMPRE UN SENSO E TUTII LO POSSIAMO ATTINGERE DAL NOSTRO PASSATO, DALLA NOSTRA ESPERIENZA, DA CIO' CHE Cl HA FATIO PIU' BENE.
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