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IL CICLO DI VITA DELLA COPPIA
Il counselling di coppia si può approcciare alla Terapia Cognitiva. Le persone in causa chiedono aiuto, bisogna informarsi se è la prima volta oppure hanno già tentato di superare crisi precedenti.Il counsellor li aiuterà a capire come sono arrivati al problema, ad esaminare i linguaggi diversi l’uno dell’altra, e come interpretano la realtà.
Si è constatato che la coppia che ha meno problemi è quella dove i partner hanno meno sicurezza nei propri punti di vista, sono meno rigidi e più umili.
E le considerazioni negative l’uno dell’altra si possono smorzare prendendo in considerazione spiegazioni alternative ad un determinato comportamento che non si accetta o non si comprende.
La prima fase della coppia è l’Innamoramento, che corrisponde a pulsioni, sensazioni, considerazioni positive che si fanno dell’altro. L’ideale che è in noi, lo vediamo nell’altro accecando la realtà. Non esiste nessun altro o altra persona attraente, intelligente, buono, all’infuori di lui o di lei. Praticamente è privo o priva di difetti e se li ha non importa, l’amore come dice la Lettera dei Corinzi….tutto crea, tutto sopporta, non tiene conte del male ricevuto….
E’ stato dimostrato che più l’innamoramento è forte e più si creano aspettative e quindi più destinato a fallire perché le aspettative il più delle volte, nella realtà, vengono deluse.
Ma come mai nell’innamoramento ci comportiamo come degli ebeti e siamo più disposti a perdonare e quindi essere più umili e poi quando la coppia deve fare il passaggio verso l’amore vero il riorganizzarsi risulta difficile?
Forse perché abbiamo scelto inconsciamente un partner che assomigliava a livello psichico o fisico a vecchi oggetti d’amore. Forse l’inconscio ci fa degli scherzetti. Ci prende in giro e poi cadiamo nella trappola dell’intolleranza, del pregiudizio, del rifiuto al sacrificio, di tutti quegli atteggiamenti positivi che si avevano nella fase dell’innamoramento.
La nostra società ci ha educato al consumo come anche nell’amore. Usa e getta.
Tutto passa velocemente, c’è sempre qualche proposta migliore. E così il sentimento rimane a livello emozionale, rinunciando al santo di qualità di un amore maturo e perseverante.
Gli specialisti dicono che noi siamo quello che pensiamo e i nostri pensieri sono contagiati, oltre che dal sistema nel quale siamo cresciuti, dalla nostra personalità, dal nostro senso spirituale, anche dal contesto in cui viviamo e la famiglia si crea e sussiste attraverso il contesto come nelle relazioni.
Quindi oggi nella nostra cultura è difficile trovare stabilità un po’ in tutto, dagli elettrodomestici, al lavoro, la politica,…il rapporto umano: crisi dell’uomo, della famiglia, della coppia, del consumo. O meglio tutto viene consumato velocemente, fagocitato, fino a crearci un falso bisogno del “nuovo”.
Se poi pensiamo all’approccio transazionale abbiamo risposte ancora più ampie.
Tornando al punto, quando una coppia entra in crisi dobbiamo forse analizzare anche come è stato questo passaggio: dall’innamoramento all’amore.
L’amore, appunto, implica una riorganizzazione: presa di coscienza delle diversità, riequilibrio emotivo e affettivo, stabilità, accettazione anche dei difetti e una sana distanza che protegge la propria autonomia, senza ovviamente trascurare l’altro, altrimenti l’equilibrio si spezza.
La coppia rappresenta i due individui provenienti da storie e famiglie diverse delle quali insieme danno una immagine della coppia.
L’amore si costruisce, lo si vuole a tutti i costi, lo si attualizza, è un progetto e quando tutte queste buone intenzioni vengono minate, arriva la crisi, bisogna farsi aiutare da qualcuno.
La crisi è un periodo più o meno lungo. Lo si può superare oppure no.
La destabilizzazione della coppia si può avere in determinate circostanze.
Per esempio, quando nasce un figlio, quando i figli diventano adolescenti, i grandi escono di casa, i genitori invecchiano, pensionamento, malattia, morte.
Sono tutte fasi che fanno parte del ciclo della vita alla quale ci si deve adattare, e non sempre è facile perché può essere che ci accorgiamo di non avere quegli strumenti per poterli affrontare.
A volte non abbiamo nemmeno la consapevolezza che ognuno di noi ha delle risorse per risolvere questi momenti difficili. Le risorse sono sepolte dalla crisi e non riusciamo a vederle o ci sembra più facile scappare (atteggiamento molto comune imposto anche a livello inconscio).
Per esempio: “mia moglie da quando è nata la bambina non si accorge più di me perché è sempre stanca…mi sento trascurato e mi sono innamorato della segretaria..”
Questa è la storia del Mulino Bianco che usa le pale del mulino per demolire la famiglia”
Come? Con il concetto sbagliato dell’amore che i mass media ci hanno inculcato. Tutte le pubblicità fanno leva sul lato emozionale, forte e tipico dell’adolescenza. Abbiamo una società di adolescenti dove l’amore è diventato consumo. “Se non mi piaci più, se non provo più emozione o farfalline allo stomaco vuol dire che non sono più innamorato” Ed ecco che le segretarie o i macio sono a disposizione come rimedio alle crisi matrimoniali.
Certamente è chiaro che non è solo quello il motivo delle varie crisi, ma se ci pensiamo bene è questione di responsabilità e adattamento alle mutazioni caratteriali del partner, delle situazioni pesanti in cui la coppia si può trovare.
Mi ricordo anche un esempio del semestre precedente, in merito allo studio delle domande da fare ai clienti quando ad una coppia in crisi perché dovevano seguire i genitori ammalati, gli si era chiesto “Da quanto tempo non vi divertite più insieme”. Ebbene questa domanda ha fatto ricordare alla coppia un abitudine positiva sepolta dal problema.
Ogni ostacolo dipende da come lo si vuole affrontare e soprattutto come si è in grado di affrontarlo.
Il counsellor in fase di incontro farà delle domande prima alla coppia e poi separatamente ad ognuno dei due coniugi chiedendo cosa si aspettano da questi incontri e quale è il problema.
Come sono i rapporti con la famiglia di origine e se ci sono stati precedentemente altri tentativi per superare i contrasti.
Il counsellor deve a questo punto capire se effettivamente si può avviare una terapia di coppia.
Ascoltate le parti, deve costruire una ipotesi sulla nascita della crisi.
Non farsi influenzare dalle accuse e controaccuse dei due coniugi.
Se si avviano degli incontri per i colloqui, il counsellor può approfondire quello che è emerso in fase di consultazione. Può usare come strumento anche il genogramma o l’albero genealogico.
Fare una supervisione degli avvenimenti dopo un certo periodo.
Assegnare, eventualmente, dei compiti a casa, facendo delle verifiche e monitorare i miglioramenti e gli obiettivi da raggiungere.
In aggiunta al trascorrere del ciclo della vita si possono avere anche altri problemi come per esempio un legame non risolto con la famiglia di origine, perdita del lavoro, problemi sessuali, evoluzione nel corso degli anni differente, omosessualità.
Oppure il pensiero negativo nella coppia: interpretare male il non verbale con fraintendimenti, non capire correttamente i segnali, i pregiudizi, gli stati d’animo.
Concludendo ogni matassa ingarbugliata ha sempre una filo nascosto per srotolarla e ricomporla.
Il filo sono le risorse, la fase dello srotolamento, sono le fatiche e le sofferenze per il riadattamento.
La ricomposizione della matassa è il successo dei clienti con il loro specialista.
E’ chiaro che ho escluso casi patologici o di maltrattamenti o situazioni a rischio.
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