SCIOGLIERE I BLOCCHI EMOTIVI
Comunicando i sentimenti per curare e far evolvere il rapporto di coppia, occorre innanzitutto imparare a superare i blocchi emotivi attuali e passati. Spesso la sensazione di essere in una fase di stallo, viene negata, a causa del fatto che bisogna dare un'immagine di normalità o di positività. Siamo addestrati a fingere, quindi i problemi non esistono. Oppure si crede di non essere in grado di attuare cambiamenti e si tira avanti ...Ci sono dei sintomi che segnalano un momento di crisi relazionale o la riemersione di un blocco del passato: vi sentite, troppo spesso, soli, isolati e divisi emotivamente dal partner; siete ansiosi ed emotivamente instabili; provate, raramente, gioia; vi sentite impotenti e indifesi; vi sentite senza energia, malaticci, doloranti e svuotati; diventate aggressivi fuori luogo; non riuscite a chiarire i rapporti interpersonali.
Se avete qualcuno di questi sintomi è necessario analizzarne le cause e cercare nuove soluzioni a livello fisico, emotivo, mentale e spirituale. Non è il caso di accettare di star male; parlatene col partner e con coloro che vi curano a livello corporeo, psicologico e spirituale; soprattutto curatevi insieme andando in profondità. Potete utilizzare anche il diario analitico, scrivere tutte le emozioni e i pensieri negativi e trasformarli in positivi e costruttivi immaginando rapporti migliori e progetti più opportuni. Mettetevi in contatto con lo Spirito e chiedete la possibilità di cambiare modo di pensare, di esprimere più profondamente i sentimenti, di migliorare i comportamenti, di alzare il livello dei valori: prendete, in cuor vostro, queste nuove decisioni.
SODDISFARE I BISOGNI
Ovviamente la miglior cura è la prevenzione: andate incontro l'un l'altro ai desideri che vi soddisfano e vi fanno star bene: l'amore fa bene all'amore. Ma quando siete in una posizione di stallo e né voi né il vostro partner riuscite a sbloccarla. non abbiate paura a chiedere aiuto: è del tutto umano, nessuno è tuttologo! In genere coloro che vengono in analisi, nonostante abbiano problemi (ma già ammetterlo è un segno di forza ...), sono persone coraggiose e determinate, disposte a mettersi in gioco per arrivare alla gioia; quelli che non vengono, pur avendone bisogno, spesso, dimostrano una paura e una impotenza veramente preoccupanti.Per quanto un rapporto di coppia vada bene ci saranno sempre momenti di difficoltà, questioni da chiarire, piccoli miglioramenti da apportare ai vari livelli. La miglior "politica'' è quella di affrontarli e risolverli subito con sentimento, analizzandoli come problemi della coppia, superando il classico individualismo che porta al controllo piuttosto che ad una nuova soluzione.
Il "vecchio” sistema consisteva nel cambiare il comportamento del partner: era evidente che era lui in difetto; gli occhi vedono fuori, non dentro. È già un notevole miglioramento passare da un'ottica individuale ad un'ottica di coppia: ognuno ci mette la sua parte in rapporto al partner.
Vedere i problemi del partner, tipico "sport internazionale", porta alla separazione, in quanto si instaura una relazione soggetto-oggetto o di giudice-colpevole o madre-bambino o padre-bambina. Occorre, inoltre, ricordare le interferenze socioeconomiche e gli apprendimenti positivi e disturbanti delle rispettive famiglie d'origine.
Se nel vostro rapporto sentimentale siete entrambi impegnati a raggiungere il piacere, la gioia e la felicità (in una parola a vivere l'amore ...), tutto ciò che impedisce il raggiungimento di questi obiettivi è un compito di entrambi e la trasformazione dei lati oscuri (ogni famiglia ha il suo scheletro nell'armadio ...) di ognuno può essere anche un processo gradevole.
IMPARARE LE LEZIONI
Tutto ciò che interferisce nel processo è una lezione da imparare ed è bello, ogni tanto, guardarsi indietro e vedere tutto il percorso fatto insieme, può essere commovente.È facile slittare e ritornare ad un'analisi individuale, anche a causa del fatto che la cultura dominante ha un approccio individualistico, economico e colpevolizzante; tuttavia è opportuno ricordarsi reciprocamente che è il rapporto in discussione, entrambi, non un individuo singolo. Inoltre è sempre meglio partire. ed è un segno di maggiore maturità, con la propria autocritica, di qual è la propria parte di responsabilità sulla questione in discussione. Inoltre il tono è opportuno che sfa sentimentalmente costruttivo, non accusatorio e colpevolizzante.
Il partner che sente il malessere, invece cli accusare l'altro, può mettersi nell'ottica di chiedere aiuto. In fin dei conti, il malessere è una richiesta d'aiuto e un bisogno d'amore, ed è anche vero che è l'amore che guarisce. Nessuno vuole essere analizzato; senza la richiesta esplicitata può essere vissuto come un’aggressione. Anche se vedete una soluzione costruttiva, ma il partner non è pronto a riceverla, scatterà automaticamente una resistenza. Potete, chiedere umilmente la possibilità di esprimere il vostro pensiero con affetto, ma se il partner ritiene che non sia il momento, non insistete, piuttosto parlate del vostro malessere e chiedete il suo sostegno.
Potete vivere il rapporto di coppia come il contenitore che vi permette di fare chiarezza in voi e nel partner, in cui potete inserire le emozioni. i sentimenti, i pensieri, i valori e i progetti più elevati.
Tenete conto del contesto sociale e delle famiglie d'origine: spesso non vengono prese in considerazione; la personalità e le relazioni non nascono nel vuoto. Giorno dopo giorno aggiungete un'idea migliore, un piccolo passo avanti: diventiamo ciò che pensiamo, ciò che immaginiamo, ciò che vogliamo essere.
CREARE UN CONTENITORE AFFETTUOSO
Il contenitore formato dal rapporto di coppia permette di esprimere il dolore, la sofferenza e la disperazione. È necessario chiedere: "Quali emozioni e quali pensieri mi fanno stare così male?". Di solito una domanda del genere permette di localizzare il disagio o il trauma sepolto nelle profondità, ed è relativamente facile far emergere tutte le emozioni e i pensieri collegati.Ciò è già liberatorio: poter parlare in un clima di sostegno, senza giudizi e pregiudizi, ha effetti catartici.
A volte ci si può rifiutare di analizzare; allora, con delicatezza e gentilezza, è il caso di chiedere come mai non si è disponibili, come mai non ci si fida a lasciarsi andare. Potrebbe essere una sfiducia profonda nel dialogo, il non credere fino in fondo ai sentimenti: questi sono già problemi che vengono da lontano (l’espressione dei sentimenti è una capacità relativamente recente nell’evoluzione dell'uomo).
Se uno dei due partner rifiuta sistematicamente l'analisi di ciò che interferisce nel rapporto, questo col tempo può diventare sempre più problematico, col rischio di tradimenti e separazioni. Perché un rapporto di coppia abbia successo, entrambi i partner devono essere realmente disponibili ad affrontare e risolvere i problemi man mano che si presentano, sia che vengano dall'interno che dall'esterno, sia che vengano dal presente che dal passato, o dalla mancanza di un progetto futuro.
Cormè possibile vivere con una persona che più o meno sistematicamente non affronta i disagi? È una ripetizione del nostro passato, cioè è una ripetizione delle dinamiche delle famiglie d'origine? Sto utilizzando il partner come un freno? Ho paura della mia emancipazione? Penso a separarmi? Mi rendo conto che è veramente terrorizzato e che ha bisogno del mio sostegno per uscire dalla crisi?
Se non riuscite a fare queste domande a voi stessi e al partner, provate a farle ai rispettivi genitori omologhi, o in mancanza di questi, a fratelli e sorelle. Potete anche scriverle e rispondere sul diario analitico e poi scrivere una lettera usando toni positivi e costruttivi, ma manifestando chiaramente i propri disagi. Potete anche rivolgevi ad analisti e consulenti di coppia, oppure a guide spirituali che conoscano le problematiche delle coppie, inoltre ci sono riviste specializzate e ottimi libri che possono aprire nuove visioni delle relazioni.
CHIEDERE AIUTO
Non esitate a farvi aiutare da persone qualificate; non è il caso di difendersi e minimizzare; potete risparmiare anni di disagi, conflitti e sofferenze.Aiutare sé stessi e il partner a chiarire e curare il rapporto è un'esperienza magica. Coloro che non lo fanno mai per sembrare brillanti o per non fare "brutta figura" rischiano di buttare il rapporto di coppia alle ortiche. "I panni sporchi si lavano in famiglia" va bene finché è vero che si lavano realmente; se, invece, servono per mantenere una pseudoimmagine di normalità o peggio di perfezione, il malessere e il vuoto sono assicurati. Francamente, ci sono delle situazioni in cui è impossibile risolvere il disagio da soli, allora sono necessari nuovi e più aggiornati punti di vista. Se le vecchie modalità non funzionano più, bisogna trovarne di nuove. E opportuno rinnovare i sentimenti, i pensieri e i valori: cercarne di più elevati. Se il rapporto di coppia è votato alla ricerca della verità con amore e per amore, la pace è inevitabile: è una “logica” conseguenza. Se il matrimonio è stato annullato emotivamente, sentimentalmente e spiritualmente. allora si può richiedere la separazione; e se queste realtà erano assenti fin dall'inizio, si può chiedere l’annullamento alla sacra rota.
Molte discussioni, più o meno accese, nascono quando due partner hanno opinioni divergenti e questo è umano: diventa "disumano" quando si crede di essere nel giusto, mentre l'altro, ovviamente, è nel torto. E se non fosse cosi? E se entrambi avessero le "loro ragioni" ed entrambi avessero i "loro torti"? Forse è necessario una sintesi che colga il meglio di entrambi oppure che emerga un terzo pensiero più elevato che superi entrambe le posizioni e che risolva i problemi in corso. Il pensiero o il valore più elevato è quello più costruttivo, quello più amorevole, quello che fa star meglio anima e corpo, non imporla l'autore. Non c'è competizione. non importa chi è il primo della classe!
Il risultato è che il pensiero d'amore più elevato permette l’evoluzione della comunicazione nel rapporto e l'espressione dei sentimenti, della sessualità e della spiritualità.
L'IO E IL NOI
La maggior parte delle religioni hanno visto nell'io il "nemico'', nel senso che essendo basato sulla razionalità, tende per sua natura a voler difendersi e ad avere ragione. Se crede di aver ragione è disposto a fare la guerra pur di dimostrarlo e quindi attaccherà l'altro pur di trionfare. Possiamo attaccare (la miglior difesa è l'attacco) coi pensieri, con le parole, con il silenzio, con le regole. coi comportamenti, creando disagio e confusione. La vera risposta è l'apprezzamento e il sostegno: l’”unica” verità è il rapporto d'amore, tutto il resto è una richiesta d’aiuto. Tutto il negativo è solo una lezione da imparare, bisogna essere grati perché ci permette l'evoluzione. Se volete amare il partner, mettetevi nei suoi panni. guardate le situazioni dal suo punto di vista, cercate l’integrazione.Non permettete alla ragione di andare per conto suo: integratela coi sentimenti e coi valori. Se troppo spesso notate e sottolineate i difetti del partner, oppure continuate a dare ordini e a far rispettare regole, chiedetevi se questi modi di fare non riguardano problemi irrisolti coi vostri genitori. È molto facile proiettare vissuti che avevate in rapporto a vostra madre e vederli nella vostra compagna oppure problemi di relazione che avevate col padre e proiettarli sul vostro compagno. Vigilate! Perdonate tutti gli errori dei vostri genitori: è umano. Il partner non è il “cestino” dei vostri rifiuti emotivi. Assumetevi la responsabilità dì ciò che accade nel rapporto di coppia esprimendo i sentimenti positivi e analizzando tutte le emozioni e le credenze negative per cercare il messaggio costruttivo. Il partner è il vostro alleato, non il vostro nemico ...
Ciò che accade non è casuale, è quello che “deve”' accadere per l’ulteriore evoluzione: il partner è la vostra guida spirituale e il vostro maestro! Il compagno è il vostro migliore amico.
MIGLIORARE TUTTE LE RELAZIONI
Tutte le relazioni vanno migliorate e per attuare ciò è necessario essere attivi. Coltivate l’abitudine di chiarire e migliorare in tempo reale i rapporti in cui siete inseriti anche a livello professionale e sociale a beneficio del rapporto di coppia, della salute del corpo e della mente e per la vostra autostima. Quando un qualsiasi rapporto non vi soddisfa chiedetevi e chiedete: “Come possiamo migliorare il nostro rapporto?"; "Possiamo discuterne fino ad arrivare ad una certa chiarezza reciproca?". I rapporti attuali e passati non chiariti pesano sulla psiche, influenzano l'attuale rapporto di coppia e prosciugano le vostre energie. Soprattutto la rabbia, i rancori, i risentimenti e i sensi di colpa con qualsiasi persona, ma in modo particolare nei confronti del partner e dei genitori, prosciugano energia a detrimento dei sentimenti positivi. Curare, chiarire, comprendere e perdonare sono essenziali per la disintossicazione e la pulizia fisica, psicologica e spirituale.È FACILE PERDONARE?
Molti parlano di perdono. ma, in linea di massima, è poco praticato. Si ha paura di essere deboli. La paura di perdonare nasconde la paura cli lasciarsi andare. di essere in balia dell'altro. Rimanere sulle proprie posizioni sembra essere un segno di forza. Siccome il risultato del perdono è la pace e quindi la possibilità di abbandonarsi maggiormente l'un l'altro al piacere, alla gioia e alla felicità è probabile che in fondo alla psiche ci siano tendenze non risolte di sadismo e masochismo, cioè che ci sia una sorta di piacere nel far soffrire e soffrire. Per quanto si desideri amore, armonia ed equilibrio, la poca familiarità con questi stati potrebbe indurre inconsciamente a sabotare i sentimenti positivi. Alcune persone sentono che, se sono felici, possono morire. L'eccesso di piacere e di gioia porta alla morte. Prima il dovere e poi il piacere. Se una persona indulge nel piacere non fa il suo dovere, quindi merita “l’inferno”, e muore. Un certo tipo di cultura religiosa ha magnificato la sofferenza come sistema di vita, quindi sentire spesso sentimenti positivi è sospetto: per meritarsi il paradiso bisogna stare male ...È vero che nella vita ci sono momenti di sofferenza e che è inevitabile. È vero che ognuno deve “portare la sua croce”, ma per la resurrezione, cioè per la gioia eterna. La resurrezione avviene tre giorni dopo la croce. Anche nella psicanalisi si dice che per arrivare alla gioia bisogna attraversare l'angoscia ed in seduta la si fa vivere. Quando Gesù dice a Pietro che bisogna perdonare 70 volte 7, cioè sempre, significa che noi possiamo (il perdono non può essere imposto) vivere in pace, senza rancori, senza risentimenti, senza odio, senza nemici. Anche se Gesù ha incontrato parecchie persone che lo hanno sabotato, il suo stato emotivo era di gioia e di perdono per tutti. Non capiamo perché nei secoli si è voluto enfatizzare lo stato d'animo di sofferenza.
PERDONARE PER GUARIRE
La Ponder citata dalla Ray (1997) sostiene che, se abbiamo un problema, vuol dire che c'è qualcuno da perdonare, noi compresi. La malattia fisica, il disagio psicologico e il vuoto spirituale sono segni che c'è qualcuno da perdonare o da riperdonare. La rabbia, il rancore, i risentimenti, i desideri di vendetta e ritorsione corrodono la personalità e si trasformano in sintomi fisici, psicologici e spirituali. La “vera” medicina è il perdono: non è solo fare un bene all’altro, ma anche a se stessi: chi ha questi vissuti negativi sta male, qualsiasi sia l’origine; curare i rapporti col perdono è la soluzione! Le malattie non potranno guarire completamente se non cambiano gli schemi mentali e non si arriva al perdono vero e profondo; ci possono essere delle ricadute (il ritorno del rimosso) che vanno rielaborate.Il perdono inizia col prendere coscienza del conflitto e delle offese patite: quando il cuore si apre e riconosce tutto ciò e non reagite più emotivamente, lasciate la guerra, allora arriva il perdono. Una volta riconciliati con sé stessi, la riconciliazione si proietta sul compagno, nel corpo, nella psiche e sugli altri.
Il vero perdono non è un atto superficiale e casuale. La parola significa "pulizia" e cancellazione della trasgressione; affinché arrivi nelle profondità dell'inconscio ci vogliono tempo e pazienza, è quindi facile avere delle “ricadute” (a volte la rabbia si riforma ...). Perdonare vuol dire lasciar andare ciò che fin dal primo momento non avremmo dovuto trattenere, a cui non avremmo dovuto reagire con le nostre difese come se fosse un attacco. Colui che perdona vedrà apparire la soluzione. in quanto il potere creativo presente in lui non sarà bloccato dalla collera e dal desiderio di vendetta.
Il benessere non può essere accolto da un corpo e da una mente intossicati dai veleni del rancore e dei risentimenti. Il perdono spazza via tutto ciò che ha rallentato la corsa verso l'amore totale.
Secondo Gandhi “Il perdono è ciò che tiene unito l'universo. Il perdono è la più forte delle forze. Il perdono è la pace della mente”. Attraverso la non violenza, la ricerca della, verità, l'amore e il perdono, egli ha liberato la sua nazione dal potere repressivo; quindi tutto è “liberabile”. C'è un potere interno, e col partner il potere è altrettanto deleterio ...
Il perdono non è una realtà innata: è un valore a cui bisogna educarsi e che bisogna apprendere. La più sacra fra le realtà di questo mondo è quello in cui un odio antico e corrosivo si è trasformato in un vero e autentico amore.
Curare il rapporto significa, quindi. affrontare subito ogni problema che si presenta, trovare un nuovo accordo, migliore di quello precedente e perdonarsi completamente, cioè senza residui rancorosi.
L'istruzione che abbiamo ricevuto, così razionale e tecnica, così lontana dai sentimenti e dalla vera spiritualità, non ha fornito gli "strumenti" per curare noi stessi e i nostri rapporti, a partire dal rapporto di coppia. È fondamentale rimanere in una posizione di ricerca d'amore continua, di essere disposti ad imparare e correggersi, di essere consapevoli del proprio bisogno di conoscenza e di saggezza. I veri maestri sanno che la coscienza è infinita e sono aperti al nuovo, sia che venga dall'interno che dall'esterno: rimangono allievi. Prima di tutto possiamo eliminare dalla nostra mente le barriere delle negazioni, delle rigidità e delle chiusure.
La cura che riserviamo al rapporto di coppia (a tutti i rapporti ...) è ciò che riceveremo: né più, né meno ...
E poi come ci ha insegnato il padre del figliol prodigo, cioè Dio, dopo il perdono FACCIAMO FESTA!
Bibliografia
• G. Bassi e R. Zamburlin, I sentimenti nel rapporto di coppia, ed. San Paolo, Cinisello B. (MI), 2001.
• G. Bassi e R. Zamburlin, Vincere la timidezza, ed. Paoline, Milano, 2011.
• S. Ray, Vivi con amore, ed. Armenia, Milano, 1997.
di Gianni Bassi e Rossana Zamburlin
• G. Bassi e R. Zamburlin, Vincere la timidezza, ed. Paoline, Milano, 2011.
• S. Ray, Vivi con amore, ed. Armenia, Milano, 1997.
di Gianni Bassi e Rossana Zamburlin
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