COMUNICAZIONE ASSERTIVA
L'assertività è una caratteristica del comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l'interlocutore. Secondo gli psicologi si definisce come «un comportamento che permette a una persona di agire nel suo pieno interesse, di difendere il suo punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i suoi diritti senza ignorare quelli altrui».Essa si può anche delineare come il giusto equilibrio tra due polarità: da una parte il comportamento passivo, dall'altra il comportamento aggressivo.
La mimica facciale delle emozioni è universale e sono 7 espressioni facciali di base.
Per esempio: gioia, tristezza, rabbia, paura, stupore, arrabbiato,felice.
La comunicazione assertiva è una tecnica che serve soprattutto in ambito lavorativo, ma può essere di spunto anche nella vita quotidiana.
Come noi ci poniamo nei confronti con gli altri. Siamo soddisfatti di come le persone si relazionano con noi? Ci sentiamo capiti? Accontentati nei nostri bisogni? Ci sentiamo amati e rispettati? Per esempio quante volte abbiamo desiderato di cambiare colleghi, amici, partner, parenti, ecc.
Spesso ci lamentiamo che le cose vanno male, le persone non ci capiscono, non ci troviamo in linea con gli altri e spesso è vero. Abbiamo difficoltà ad esprimere i nostri sentimenti, le nostre opinioni? Cosa devo dire in quella situazione di disagio?
L’interrogativo è CHE ATTEGGIAMENTO DEVO AVERE AFFINCHE’ ABBIA UNA RISPOSTA POSITIVA COMPORTAMENTALE DA PARTE DEGLI ALTRI?
Quindi la tecnica dell’Assertività permette di metterci in relazione equilibrata con l’altro senza destrutturarla, ma potenziando quelle che sono le risorse dell’individuo per una comunicazione più efficace.
Ognuno di noi ha uno stile comunicativo che fa parte di un percorso personale. Perché alcune persone comunicano bene ed altre no.
Una comunicazione assertiva ed efficace fa chiarezza sui bisogni e le intenzioni al fine di ottenere il massimo di rendimento con una parità di guadagno: non c’è chi vince o chi perde o chi è più bravo di un altro. Presuppone una buona considerazione di sé e degli altri con la capacità di accettare la possibilità di non avere sempre ragione senza frustrazione.
Saper comunicare senza aggredire o distruggere l’altro. Saper comunicare una emozione sia positiva che negativa e che arrivi in una forma giusta senza creare conflitti.
Come reagiamo noi con l’altro, quando non sono ascoltate le nostre esigenze. E’ anche vero che se non ottengo la risposta sperata, vuol dire che non ho usato uno stile assertivo appropriato.
Ci deve essere anche una corresponsione, dipende anche com’è l’altro. In ogni caso la persona ha il diritto di comunicare qualcosa che non va, specie se quella cosa lede la mia espressione, le mie aspettative, se ostacola in qualche modo la mia crescita.
La psicologia psicoanalitica dice che ci sono dei meccanismi di difesa che non ci vogliono far riconoscere un problema che abbiamo e quindi questa persona si difendo buttando addosso all’altro.
La proiezione nasce dall’infanzia nella fase in cui il bambino incomincia ad avere delle difficoltà o paure, bisogni fisiologici dettate dalla crescita. Queste sue tensioni fanno uscire le paure da sé creando un mostro. Per esempio:” chiudo la porta della cameretta altrimenti entra il lupo...”
Proietto la mia paura sul lupo.
Nel caso di un adulto potrebbe pensare:”non sopporto questa categoria di persone”. E’ un atteggiamento difensivo perché ho paura, non voglio entrare in relazione con quel tipo di persone.
Se questo atteggiamento rimane nell’adulto vuol dire che non è sufficientemente maturo. Per esempio se io sono convinto che ce l’ho sempre con tutti, vuol dire che c’è qualcosa che non va.
La comunicazione assertiva non è aggressiva ne passiva.
L’Assertività, come l’Autostima ha due poli opposti che oscillano nella quotidianità con dei picchi di aggressività più o meno forte, persone che impongono il loro essere. Oppure l’estremo opposto ci sono persone che non prendono mai una decisione e non si sa mai cosa pensano o cosa veramente dicono perché sono sempre in un atteggiamento passivo.
Quando parliamo di assertività passiva c’è una logica rinunciataria, una sensazione costante di insoddisfazione, perché vengono soddisfatti solo i bisogni degli altri, inibendo anche le proprie emozioni. A volte, per esempio in un gruppo di lavoro, l’atteggiamento passivo può mettere in difficoltà tutto il gruppo perché si emargina, non partecipa alle decisioni, non si sa cosa pensa, si reprime e assume a volte un atteggiamento di vittimismo.
Oppure la passività può suscitare aggressività per procura perché il silenzio dell’altro crea disagio e non il bene comune. Questo atteggiamento misto: passivo/aggressivo può essere intenzionale per cui a sfondo manipolatorio, se è inconsapevole può comunque succedere che tutti si arrabbiano con la persona che ha questo atteggiamento e lei stessa non sa darsi un motivo.
Diversamente un atteggiamento assertivo aggressivo, mette al primo posto i propri bisogni, non tenendo conto assolutamente di quelli degli altri, assume un atteggiamento di competizione e di sfida, è un gioco di forze, prevaricante. Sa già dove vuole arrivare per raggiungere i suoi obiettivi, a scapito dell’altro; a volte può strumentalizzare o manipolare l’altro.
Per esempio, nel caso di una relazione aggressiva, solitamente la persona che aggredisce è perché interpreta le parole dell’altro come un attacco, mentre invece l’altro probabilmente sta solo chiedendo di far luce su una situazione conflittuale. Così, a volte, si innesca un gioco di potere dove c’è una parità di ruolo come per esempio tra marito e moglie o collega e collega.
Lo stile comunicativo si esprime anche con il non verbale..la postura, le espressioni del volto, il comportamento...
L’aggressività può essere un bisogno profondo inconscio di essere riconosciuti. Un’altra caratteristica dell’atteggiamento aggressivo, ma anche passivo, è la rigidità.
Chi interrompe spesso il suo interlocutore, spesso è una strategia o a volte è inconsapevole.
DIFFERENTI STILI DI COMUNICAZIONE ASSERTIVA
ASSERTIVITA’ DI BASE: saper esprimere in forma corretta e con un tono appropriato le proprie opinioni, sentimenti, anche saper trasmettere stima e affetto verso l’interlocutore.ASSERTIVITA’ EMPATICA: l’empatico collabora, valorizza le risorse e gestisce i conflitti, ne va a fondo, non rimane in superficie. Ha uno sguardo diretto, aperto, franco, è autentico.
Esplicita gli argomenti motivando le sue richieste in base a dati oggettivi attraverso la parte affettiva, cioè senza innescare discussioni.
ASSERTIVITA’ PROGRESSIVA: significa cercare di ottenere un cambiamento da parte dell’altro Non alla prima alla seconda volte o più volte successive senza perdere il controllo, senza arrabbiarsi, ma proseguendo con un livello più energetico e deciso. Per esempio:”questa è la seconda volta che ti chiedo di mettere a posto la cameretta”. Non assertivo:”ti decidi o no a mettere a posto la cameretta”.
ASSERTIVITA’ DI CONFRONTO: non far sentire in colpa l’altro, se lo aggredisco si chiude.
Evitare giudizi negativi o conclusioni affrettate.
Per esempio: “Avevi detto che avresti messo a posto la cameretta e non l’avresti lasciata nelle stesse condizioni in cui era, ma è ancora come prima e io non posso fare i mestieri, avrei preferito veramente che tu l’avessi riordinata”. Quindi: descrizione, 1 ciò che l’altro aveva detto, 2 di ciò che invece ha fatto, 3 ciò che si vuole ottenere.
ASSERTIVITA’ IN PRIMA PERSONA: (la mia reazione al tuo atteggiamento). L’efficacia dipende dal tipo di relazione, se il rapporto è formale o distaccato o c’è antipatia e ostilità.
Naturalmente se il rapporto è già viziato dal principio sarà molto difficile che anche con la tecnica assertiva si possa trarne un vantaggio.
Per esempio: “Quando tu parli senza dirmi realmente quello che pensi, io mi sento confusa e presa in giro, preferirei che tu fossi un po’ più chiaro e quindi mi dici cosa vuoi trasmettermi realmente”.
Il focus è: cosa provoca in me il suo comportamento. Mi metto in gioco io in prima persona.
Es. negativo che porta la persona a interrompere la comunicazione. “Tu non vuoi dirmi quello che pensi”.
ASSERTIVITA’ PERSUASIVA: è usato soprattutto in contesti di gruppo dove c’è in atto una discussione o una decisione da prendere.
Per una buona riuscita, la persona assertiva utilizza la descrizione, riassume la situazione, considera le opinioni contrarie anche quelle delle persone più suscettibili o problematiche oppure le persone influenti. A tal proposito, in un gruppo, c’è sempre la persona più influente per ruolo o per carisma o per riconoscimento. Quindi se questa persona sta andando nella mia direzione, metterla in risalto.
Per esempio, evidenziare l’opinione uguale alla nostra iniziando:” ..come prima diceva la Prof.ssa Frivoli..anch’io..”
Se invece dobbiamo contrastare qualcuno:”tuttavia però..” e naturalmente per poter trarre tutte queste considerazioni, il nostro intervento non dovrà mai essere né il primo, né fra i primi durante la riunione, ma a un terzo degli interventi. La Strategia: ho in mente dove voglio arrivare, ma aspetto il momento giusto, cogliendo gli elementi che sono a mio favore per portare avanti una questione e avere degli alleati, ma lavorando alla pari nell’autenticità.
FASI DELL’ASSERTIVITA’ POSITIVA
La comunicazione assertiva, si definisce positiva quando gli interlocutori ne traggono un vantaggio, la logica è negoziale, cioè c’è un confronto dei bisogni e i diritti reciproci e ne vengono fuori bene tutti.1 aspettare il momento giusto per dialogare con una persona che apparentemente può risultare problematica e quando sono io più predisposto, riducendo le emozioni e cercando di essere neutrale, senza preconcetti o pregiudizi.
2 evitare sarcasmo, condiscendenza, o giudizio esprimendosi con chiarezza e senza troppo dilungarsi.
3 non interrompere e non pressare la persona a rispondere velocemente, deve avere il tempo di riflettere
4 se l’interlocutore trasmette un atteggiamento difensivo vuol dire che non è ancora pronto a proseguire il dialogo. Quindi, ritornare brevemente all’assunto precedente, ricordando gli esposti precedenti cercando di entrare in empatia con lui
5 concentrarsi sulla questione originaria evitando di divagare
6 concentrarsi sull’interlocutore senza pretendere che risponda come volgiamo noi
7 avere una voce con un tono appropriato, non alzare mai la voce. Essere calmi anche valorizzando i punti di vista dell’altro, pur mantenendo, se necessario la propria opinione.
QUINDI NON BASTA SOLO UNO STILE MA E’ MOLTO IMPORTANTE L’ASPETTO ANALOGICO.
RIFIUTARE RICHIESTA IN FORMA ASSERTIVA
Rispondere brevemente a richieste che non ci sentiamo di corrispondere. Per esempio:”Puoi farmi questa cosa che devo andare via? “No devo andare via anch’io”Dire semplicemente Non voglio, ovviamente se ne ho il diritto.
Dare una ragione del proprio rifiuto
Non dire mai Non posso, può suonare come una scusa
Se necessario chiedere del tempo per valutare una richiesta
Non essere bruschi o offensivi nel rifiuto
TECNICHE ASSERTIVE DIFENSIVE
1 Disco incantato- reagire con calma ad insistenze di richieste delle quali non siamo interessati2 Annebbiamento- di fronte a un punto di vista che non condividiamo, invece di innescare subito un disappunto, aggirare l’ostacolo comunicando l’accettazione del punto di vista diverso dal nostro, mantenendo il nostro cercando di non entrare in conflitto.
3 Elusione - quando siamo aggrediti dalla rabbia dell’interlocutore, deviamo la discussione facendo calmare la persona e riprendere il discorso in un altro momento. Per es.:” vedo che sei molto alterato, ne parliamo un’altra volta.”
4 Accordo assertivo - se si è fatto un errore, ammetterlo è sintomo di sincerità e non innesca una Discussione. Aggiungendo che solitamente ciò non avviene.
5 Posticipazione assert. - Posticipare una discussione si mette in pratica soprattutto nei rapporti dove c’è un coinvolgimento affettivo, per esempio tra familiari. Prendere tempo piuttosto di rispondere alle critiche. “si, capisco ciò che stai dicendo ma lasciami riflettere e poi ritorniamo sull’argomento.”
FARE RICHIESTE IN MODO ASSERTIVO
1 non scusarsi in continuazione2 andare dritti al punto, “avrei bisogno di sapere………..mi servirebbe…”
3 essere brevi e coincisi
4 non giustificarsi, “mi dispiace, però..”
5 fornire sempre un motivo per la propria richiesta, “ho bisogno di questa cosa perché..”
6 non adulare perché non si è veri
7 non contare sull’amicizia e la bontà delle persone, non lo posso pretendere
8 non prendere un rifiuto come un fatto personale, in ogni caso si ha il diritto di sapere la motivazione del rifiuto, poi valuterò se è giusto o no secondo le mie competenze.
9 rispettare il diritto dell’altro di rifiutare, mai offendersi o girare le spalle e andarsene via
QUANDO ESSERE ASSERTIVI
Questa tecnica è studiata, ma ci sono delle situazioni dove possiamo essere spontanei.Sta a noi comprendere se la situazione è particolarmente importante per il raggiungimento dei miei diritti, è messa in gioco la mia autostima, o il raggiungimento dei miei obiettivi.
COMUNICAZIONE EFFICACE
Gestire SENTIMENTIASCOLTARE
EMPATIA
Gestire COLLERA
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