COME UN COUNSELLOR PUO’ AIUTARE UN MALATO
Il Counsellor generalmente interviene quando la persona o il bambino, è già seguito a livello medico nella quotidianità, o lo è stato nel passato. Si può trattare di malattia fisica, di malessere emotivo, o di recidive, aspetti collegati al bene più prezioso che riguardano la salute. La malattia cambia l’esistenza, soprattutto se cronica o se mette in crisi la persona coinvolta e i cari che le stanno attorno. Il nuovo adattarsi è spesso difficile e doloroso a tal punto che si ha bisogno di aiuto.L’intervento del Counsellor è una risorsa utile per affrontare il nuovo stato di debolezza e di smarrimento, per poter meglio gestire i bisogni pratici, gli stati emotivi all’interno della nuova esperienza di malattia sia contingente ed occasionale, sia perdurante o ciclica.
Il Counsellor inoltre può aiutare il paziente/cliente in una particolare diagnosi, a seguire e scegliere strade terapeutiche diverse. A volte la persona è presa dal panico e non sa cosa fare. Insieme, attraverso i colloqui, la persona sarà in grado di individuare la strada e le risorse migliori.
LA REATTANZA PSICOLOGICA – COUNSELLING SANITARIO
Si sono attivati studi intorno al 1830 per approfondire le motivazioni al cambiamento, soprattutto nell’ambito sanitario. Sia in campo medico che psicologico.Riuscire a motivare un cliente o un paziente può essere veramente considerata come una missione perché rimette in gioco totalmente il rapporta tra lo specialista e l’altra parte, dove non esiste solamente una terapia farmacologica, ma la spinta a guardare la persona tutta intera.
Tutti abbiamo paura di cambiare. Una delle ragioni principali della resistenza a comprendere, è la paura del cambiamento: se veramente mi permetto di capire un’altra persona, posso essere cambiato da quanto comprendo. (Carl Rogers).
Cambiare non è facile ed implica un lavoro molto duro che fa paura. A volte i cambiamenti sono preceduti da una crisi che non sempre la persona è in grado di affrontare perché troppo irruenta e particolarmente “forte”. La reattanza psicologica è uno stato inconscio e non uno spirito di contraddizione della persona. Le nostre paure nascono dal profondo che blocca la motivazione a vedere le situazioni da un altro punto di vista. La nostra sicurezza, le nostre credenze e certezze vengono messe in discussione e la nostra libertà viene minata. E’ molto più semplice, invece di rimuovere le abitudini disfunzionali, rimanere in un perenne stato di “essere arrabbiati” per evitare la responsabilità di mettersi a nudo e in gioco. Oppure si preferisce rimanere nello stesso stato per non perdere il centro dell’attenzione rimanendo nel ruolo di vittima.
Sono tante le motivazioni che bloccano il cambiamento, attraverso la reattanza psicologica.
A mio parere sono per lo più personalità con costrutti rigidi con un vissuto ed esperienze dell’infanzia dove non sono riuscite a rielaborare determinate situazioni disfunzionali per una crescita attualizzante.
Rogers dice che una persona per diventare un adulto equilibrato deve prendere coscienza della propria tendenza attualizzante. Cioè capire cosa fa e chi e’ e se rappresenta veramente quello che vuole essere. Diversamente, la persona, è destinati a vivere in una vita costantemente conflittuale dove non riesce mai a percepirsi per quello che è veramente e quindi ha paura di ogni cambiamento perché metterebbe in gioco, in discussione quel minimo di equilibrio “disfunzionale” che la fa rimanere a galla.
E’ difficile poter credere, percependosi come” polli” , si possa diventare un’ aquila.
I polli vivono nel loro habitat tranquillo, recintato, quotidiano, naturale. E’ sempre tutto uguale ma è certo, prevedibile. Un’aquila ha il coraggio di prendere il volo, di scrutare nuovi orizzonti, non ha paura di essere libera, non ha paura di cadere perché sa rialzarsi. Dal cielo vede mille prospettive. A volte cambia il volo per raddrizzare la rotta.
La reattanza psicologica è uno stato che blocca, paralizza, non solo un cambiamento, ma la crescita di tutta la persona.
Ecco il punto fondamentale e cruciale è LA PERSONA.
L’alleanza terapeutica di Rogers, è l’atteggiamento nuovo di approccio con chi mi sta di fronte.
L’ascolto non empatico e direttivo non ha la sua efficacia, soprattutto se il fine è attivare un cambiamento. Per ascoltare gli altri occorre una vera volontà di comprendere e di immedesimarsi con il loro punto di vista.
Un processo attivo ed empatico.
Bisogna stimolare tutte le narrazioni, la storia del cliente/paziente ed insieme co-costruire l’alleanza terapeutica (Rogers).
Il mancato rapporto empatico compromette la mancata comprensione da parte del cliente/paziente e di conseguenza la mancata adesione al processo di cambiamento.
La Reattanza Psicologica è influenzata soprattutto da imposizioni rigide, da parte dello specialista. Ne consegue che la persona tende a resistere o ad opporsi intravvedendo di più gli effetti sgradevoli e non i vantaggi, soprattutto nelle patologie croniche o silenti.
E’ quello che sto vivendo io per il colesterolo alto. Ho rifiutato le estatine e di continuare ad andare nel reparto delle ipercolesterolemie in quanto erano troppo rigidi e troppo direttivi. Mi hanno trasmesso solo ansia e quel senso di perdere il piacere (libertà) della buona tavola. Ed essendo una patologia silente, non mi rendo conto in pieno del danno che mi sto procurando. Ogni sera mi dico, domani incomincio la dieta e poi l’appagamento del cibo prende il sopravvento.
Mi rendo conto che devo riprendere a lavorare su me stessa per stanare il vero problema del cibo e l’aver scoperto dell’esistenza della reattanza psicologica, mi stimola a migliorare.
Ogni individuo ha dentro di sé quello che può fare relativamente a se stesso e rispetto ai sistemi di riferimento che giustificano i propri diritti a non cambiare.
Temiamo di perdere il controllo su noi stessi, le nostre libertà acquisite e sul nostro sistema di riferimento. Per esempio, io posso essere una “super-segretaria” di direzione, non faccio mai assenze, sempre straordinari e qualche volta anche senza essere pagati. In poche parole sono la segretaria ideale del mio capo ufficio. Se, sfortunatamente mi capita una distorsione alla caviglia, per la quale mi viene richiesta una serie di fisioterapie, io, piuttosto di perdere quel luogo nel mio sistema lavorativo, evito di curarmi e vado a lavorare con la caviglia fasciata aspettando che guarisca senza nessun intervento.
L’ho deciso io, liberamente, senza farmi condizionare dal medico. Inoltre sono stata influenzata da convinzioni irrazionali di parenti che mi hanno detto che la fisioterapia non serve a nulla.
Quindi la mia reattanza psicologica è stata influenzata dal sistema lavoro e da convinzioni irrazionali esterne e da non voler cambiare la mia immagine all’interno del sistema di riferimento lavorativo.
Un fattore che influenza la Reattanza Psicologica è L’Effetto Boumerang: tanto è maggiore la pressione esercitata sulla persona, affichè cambi stili di vita o di comportamento, tanto più sarà la sua reattanza e di conseguenza l’insuccesso. Anzi, la cosa vietata diventerà la più desiderabile ed appagante e tutto sarà giustificato per ripristinare la propria libertà per ottenerla.
Questo atteggiamento viene evidenziato soprattutto sulle dipendenze. Per esempio è assolutamente inutile dire a una persona continuamene di smettere di fumare ogni volta che accende l’ennesima sigaretta.
Se la pressione diventerà eccessiva , subentreranno frustrazione, senso di impotenza, depressione, negatività, disfattismio. Inizieranno ad amplificarsi pensieri distorti che non faranno altro che alimentare l’impotenza e il falliento.
Soprattutto nel counselling sanitario questo aspetto è fondamentale per l’alleanza terapeutica e si è constatato che:
- non bisogna imporre restrizioni estreme
- gratificare i piccoli cambiamenti
- gratificare i piccoli miglioramenti
- impostare una alleanza, esprimendosi col NOI e non con il TU: noi faremo insieme..
- trovare dei compromessi
- aiutare la persona a superare lo stato di ambivalenza che frena il realizzare la motivazione al cambiamento essere autentici: l’altro ci sta veramente a cuore.
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