Imparare a saper gestire la rabbia è qualcosa di molto importante. I professionisti delle relazioni di aiuto, affermano che il 50% delle persone che chiedono aiuto, hanno problemi di rabbia.
La rabbia può chiudere le porte al dialogo, rompere i rapporti, distruggere la serenità interiore e persino somatizzare fino ad intaccare la salute fisica. Le persone, ingannate, tendono sempre a giustificare la propria rabbia. E’ una reazione solitamente comune, che se lasciata lì, e non rielaborata, ci chiude le porte a tutti e dentro noi stessi. Le Sacre Scritture sono uno strumento efficace di supporto a questo problema.
La rabbia che si vive può essere a più livelli, a seconda del contesto, del momento in cui la viviamo. Esiste una sana e giusta indignazione. L’indignazione di cui ci parla la Bibbia, è quella che ci infonde la giusta energia per risolvere i problemi. Ad esempio Paolo si indigna con Pietro nella lettera ai Galati per il suo cattivo esempio. (Galati 2/11-14) e così possiamo leggere altre esperienze come per esempio: (2Samuele 12. Giovanni 2 /13-18. ) In questi esempi, non si difende la propria causa, ma si difendono altri o si lotta per un giusto principio.
Un’altra è, la rabbia che ribolle e che rimugina. Permettiamo alla rabbia di attaccare noi e non la causa scatenante. In questo modo si lascia spazio alla devastazione e alle sue conseguenze spesso irreparabili. (Proverbi 29/11) La rabbia si trasforma in peccato, anche quando si rifiuta di far pace con un’altra persona. (Efesini 4/26-27). Questo, a lungo andare, può causare depressione, irritabilità anche per le cose più piccole, spesso situazioni minori che non c’entrano nulla col problema reale.
Possiamo controllare la nostra ira, riconoscendo ed ammettendo che stiamo gestendo male la nostra rabbia e che la nostra reazione eccessiva, invece di esserci amica, diventa la nemica più agguerrita per non risolvere il problema. (Proverbi 28/13. 1Gv. 1/9). Quando, l’eccessiva nostra reazione sull’altro, supera il limite, dobbiamo avere il coraggio santo di riavvicinarci alla persona e ricominciare con le nostre scuse, il dialogo. Non dobbiamo cercare di minimizzare il peccato, evitando di chiedere il perdono. Chiedere scusa o perdono è un cammino che può durare tutta la vita. E’ un atteggiamento che lede il nostro orgoglio, quell’emozione che non aiuta nella nostra umanità.
Quando subiamo un’ingiustizia, non dobbiamo rispondere al male con un altro male. Entreremmo in un giro vizioso e in un vicolo cieco da dove è difficile uscirne. (Genesi 50/21. Romani/12/21). La Sacra Scrittura ci aiuta a cambiare la nostra rabbia in amore gratuito, risanatore, paziente, benigno e lento all’ira, ma ricco di grazia, che persevera nelle tribolazioni e che insieme a Dio diventa vittorioso.
Se le nostre azioni sono dettate dal nostro cuore, anche il nostro cuore può essere allertato dalle nostre azioni. (Matteo 5/43-48). Possiamo quindi cambiare i nostri sentimenti verso una persona che ci ferisce, modificando il nostro atteggiamento alla luce della fede, la speranza e la carità. Ogni fatica è sempre premiata da Dio con la sua grazia, nei tempi e nei modi che sa Lui e diventa fonte di guarigione. Noi non abbiamo controllo e non possiamo prevedere come reagiscono gli altri all’interno di una discussione, di un conflitto, ma possiamo fare la differenza sul nostro comportamento, sulla nostra reazione. Attraverso la Preghiera, la lettura della Parola e confidando nello Spirito Santo, la rabbia distruttiva può essere affrontata.
La rabbia solitamente, è una reazione al non sentirsi capiti e quindi la Sacra Scrittura ci può aiutare come gestire la comunicazione, affinchè diventi sana e costruttiva e non demolitiva: Efesini 4/15,25,32.
Ci sono 4 regole fondamentali sulla comunicazione:
Una volta riconosciuto il bisogno, chiediamo se e in che modo può essere soddisfatto.
Se il bisogno non viene riconosciuto dall’altra persona, quali strategie possiamo mettere in atto. Es.: l’attesa proficua per comunicarglielo … la preghiera, affinchè lo Spirito Santo ci illumini e prepari l’altra persona ad ascoltarci …
Cara amica, caro amico, per controllare la rabbia e gli altri lati oscuri che si nascondono nei meandri della nostra mente, dobbiamo imparare a riconoscerli, accettarli e sfruttarli nelle circostanze della vita. Solo in questo modo la lotta interiore tra i nostri lati oscuri si assopirà gradatamente e cesserà.
La rabbia può chiudere le porte al dialogo, rompere i rapporti, distruggere la serenità interiore e persino somatizzare fino ad intaccare la salute fisica. Le persone, ingannate, tendono sempre a giustificare la propria rabbia. E’ una reazione solitamente comune, che se lasciata lì, e non rielaborata, ci chiude le porte a tutti e dentro noi stessi. Le Sacre Scritture sono uno strumento efficace di supporto a questo problema.
La rabbia che si vive può essere a più livelli, a seconda del contesto, del momento in cui la viviamo. Esiste una sana e giusta indignazione. L’indignazione di cui ci parla la Bibbia, è quella che ci infonde la giusta energia per risolvere i problemi. Ad esempio Paolo si indigna con Pietro nella lettera ai Galati per il suo cattivo esempio. (Galati 2/11-14) e così possiamo leggere altre esperienze come per esempio: (2Samuele 12. Giovanni 2 /13-18. ) In questi esempi, non si difende la propria causa, ma si difendono altri o si lotta per un giusto principio.
Un’altra è, la rabbia che ribolle e che rimugina. Permettiamo alla rabbia di attaccare noi e non la causa scatenante. In questo modo si lascia spazio alla devastazione e alle sue conseguenze spesso irreparabili. (Proverbi 29/11) La rabbia si trasforma in peccato, anche quando si rifiuta di far pace con un’altra persona. (Efesini 4/26-27). Questo, a lungo andare, può causare depressione, irritabilità anche per le cose più piccole, spesso situazioni minori che non c’entrano nulla col problema reale.
Possiamo controllare la nostra ira, riconoscendo ed ammettendo che stiamo gestendo male la nostra rabbia e che la nostra reazione eccessiva, invece di esserci amica, diventa la nemica più agguerrita per non risolvere il problema. (Proverbi 28/13. 1Gv. 1/9). Quando, l’eccessiva nostra reazione sull’altro, supera il limite, dobbiamo avere il coraggio santo di riavvicinarci alla persona e ricominciare con le nostre scuse, il dialogo. Non dobbiamo cercare di minimizzare il peccato, evitando di chiedere il perdono. Chiedere scusa o perdono è un cammino che può durare tutta la vita. E’ un atteggiamento che lede il nostro orgoglio, quell’emozione che non aiuta nella nostra umanità.
Quando subiamo un’ingiustizia, non dobbiamo rispondere al male con un altro male. Entreremmo in un giro vizioso e in un vicolo cieco da dove è difficile uscirne. (Genesi 50/21. Romani/12/21). La Sacra Scrittura ci aiuta a cambiare la nostra rabbia in amore gratuito, risanatore, paziente, benigno e lento all’ira, ma ricco di grazia, che persevera nelle tribolazioni e che insieme a Dio diventa vittorioso.
Se le nostre azioni sono dettate dal nostro cuore, anche il nostro cuore può essere allertato dalle nostre azioni. (Matteo 5/43-48). Possiamo quindi cambiare i nostri sentimenti verso una persona che ci ferisce, modificando il nostro atteggiamento alla luce della fede, la speranza e la carità. Ogni fatica è sempre premiata da Dio con la sua grazia, nei tempi e nei modi che sa Lui e diventa fonte di guarigione. Noi non abbiamo controllo e non possiamo prevedere come reagiscono gli altri all’interno di una discussione, di un conflitto, ma possiamo fare la differenza sul nostro comportamento, sulla nostra reazione. Attraverso la Preghiera, la lettura della Parola e confidando nello Spirito Santo, la rabbia distruttiva può essere affrontata.
La rabbia solitamente, è una reazione al non sentirsi capiti e quindi la Sacra Scrittura ci può aiutare come gestire la comunicazione, affinchè diventi sana e costruttiva e non demolitiva: Efesini 4/15,25,32.
Ci sono 4 regole fondamentali sulla comunicazione:
- Sii onesto, parla, (Efesini 4/15,25). Le persone non possono leggere nelle nostre menti. Dobbiamo quindi parlare in verità con amore.
- Devi rimanere controllata/o (Efesini 4/26-27) . Non dobbiamo perdere il controllo per il nostro bene e per il bene del rapporto. Dobbiamo essere attenti prima che la rabbia prenda il sopravvento.
- Mai attaccare la persona, ma verificare il dato oggettivo del problema.
- Agisci, non reagire, (Efesini 4/31-32), anche se il nostro primo impulso è quello di reagire (versetto 31). Pensare che la giusta indignazione serve per risolvere il problema, non per ingigantirlo o creare danno ulteriore.
LA GESTIONE E LA CONSAPEVOLEZZA
- Appena ci sentiamo arrabbiate, se possibile prendiamoci una pausa. Per esempio se siamo al lavoro, andiamo in un’altra stanza. Se siamo in famiglia o in una latro luogo, invochiamo il nome di Gesù. E’ utile ricordare che mentre si è arrabbiati, le normali capacità di riflessione e valutazione della realtà sono alterate:l’egocentrismo si accentua, così come la convinzione di essere sempre nel giusto, focalizzando l’attenzione sugli aspetti negativi di una situazione o all’interno di un rapporto. Quante volte, ci siamo pentiti, dopo la nostra reazione eccessiva e abbiamo rovinato un rapporto in pochi secondi …..
- Proviamo ad accettare quella rabbia e permettiamoci di provarla per un po’, senza giudizio.
- Cerchiamo di identificarla nel corpo e respiriamo sulla tensione che localizziamo per qualche secondo, in modo di riconoscerla in seguito, quando stiamo per raggiungere l’apice.
- Avviamo un dialogo positivo con noi stesse/i. Riesco ad identificare il mio bisogno non corrisposto? O sto reagendo attraverso una mia ferita con l’altra persona? Re-agisco o reagisco?
- Chiarisco con gli altri o non mi impegno a interpretare a prescindere? Per esempio: “dato che non sei sorridente e affettuoso come il solito, sicuramente ce l’hai con me”
- Impariamo a praticare una espressione assertiva della rabbia. Comunichiamo i nostri bisogni e sentimenti, partendo dal presupposto che anche gli altri hanno lo stesso bisogno, di essere riconosciuti. Usiamo frasi non accusatorie e non direttive, ma partiamo da quello che proviamo noi. Esempio:” quando fai così, (cioè non dire..sei così!!) mi sento …. Il problema deve partire da noi e non dall’altro. L’assertività è un metodo da imparare, nella comunicazione. Le reazione che provengono dalla “pancia” spesso sono dettate da forti emozioni che possono pregiudicare il dialogo. L’arte del dialogo, ci permetterà di entrare in una comunicazione costruttiva e non distruttiva.
COSA MI CARATTERIZZA QUANDO MI ARRABBIO
- Conosco e riconosco quello che più mi fa arrabbiare?
- Identifico le cause della mia rabbia dentro e fuori di me?
- Solitamente come reagisco? Tendo a tenere tutto dentro o butto fuori?
… ED ORA PRENDIAMO IL NOSTRO DIARIO
Scriviamo una lista delle situazioni che ci fanno arrabbiare e cerchiamo di identificare, insieme a Gesù, qual è il nostro bisogno profondo non o soddisfatto.Una volta riconosciuto il bisogno, chiediamo se e in che modo può essere soddisfatto.
Se il bisogno non viene riconosciuto dall’altra persona, quali strategie possiamo mettere in atto. Es.: l’attesa proficua per comunicarglielo … la preghiera, affinchè lo Spirito Santo ci illumini e prepari l’altra persona ad ascoltarci …
Cara amica, caro amico, per controllare la rabbia e gli altri lati oscuri che si nascondono nei meandri della nostra mente, dobbiamo imparare a riconoscerli, accettarli e sfruttarli nelle circostanze della vita. Solo in questo modo la lotta interiore tra i nostri lati oscuri si assopirà gradatamente e cesserà.
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